Quando Plutone era considerato ancora un pianeta, non molto si sapeva sul suo conto e, a dire la verità, neanche si pensava fosse di grande interesse scientifico. Spesso lo si immaginava come un ordinaria roccia ai confini del Sistema Solare. Niente di particolare, insomma. Negli ultimi anni però, oltre ad essere stato declassato, diventando solo pianeta-nano, è diventato uno dei più interessanti punti per i planetologi. Si perché si è dimostrato molto attivo e complesso, con dei cambi drastici sulla superficie. Plutone ha continuato a rivelare di continuo nuove sorprese riguardo a se, e non smette di farlo.
Animazione di Plutone creata in base alle ultime osservazioni fatte dal telescopio Hubble
Il piccolo pianeta-nano ha un orbita altamente ellittica che lo porta all’interno dell’orbita di Nettuno per poi uscire e finire ai confini del Sistema Solare. Gli astronomi pensano che queste grandi variazioni nelle distanze rispetto al Sole possono influenzare moltissimo la natura di questo mondo. Infatti i modelli indicano che l’atmosfera di Plutone è molto probabilmente molto dinamica, e si riempie e gonfia durante i periodi di avvicinamento al Sole, per poi raffreddarsi e condensare quando si allontana nuovamente.

Questi continui cambi dovrebbero rendere la superficie di Plutone un mondo in continua trasformazione pieno di venti supersonici. E infatti le immagini che abbiamo ricevuto da Hubble mostrato proprio questo. Le immagini mostrano che nell’arco di solo un decennio circa, la superficie del pianeta è cambiata moltissimo.
Prospettiva dall'alto dell'orbita di Plutone rispetto a quella di Nettuno e del Sistema Solare. Credit: Wikimedia
In anni recenti altre prove si sono aggiunte che hanno confermato i sospetti che Plutone sia molto più complesso di quanto possiamo immaginare. Oggi, Jan Greaves, dell’Università di St. Andrews in Scozia, insieme ad alcuni colleghi hanno rivelato alcuni dettaglio del proprio studio sull’atmosfera di Plutone fatto con il Jems Clerk Maxwell Telescope alle Hawaii (telescopio con un diametro di 15 metri di apertura).

Gli astronomi sono riusciti a trovare prove di diossido di carbonio nell’atmosfera ma ad un altezza che è 4 volte più grande del raggio di Plutone stesso. Ma non solo, la quantità di diossido di carbonio liberata è significativamente più grande rispetto a quanto rilevato nel 2000.

Davvero strano. Plutone è sicuramente in fase di allontanamento dal Sole, dopo il momento in cui era il più vicino, nel 1989, e adesso dovrebbe raffreddarsi. Una spiegazione possibile è che adesso il polo sud è finalmente esposto al Sole dopo 120 anni e per un periodo corto di tempo, il diossido di carbonio che si evapora potrebbe compensare per la quantità di diossido di carbonio che si sta condensando intorno al Polo Nord.
Visione orizzontale dell'orbita di Plutone rispetto al piano del Sistema Solare. Credit: wikimedia
Ma Greaves ha scoperto qualcosa di ancora più interessante. C’è un piccolo spostamento verso il rosso (red shift) nello spettro della CO rilevata nell’atmosfera di Plutone. Questo indica che parte dell’atmosfera si sta muovendo lontano dalla nostra direzione, in un modo alquanto inaspettato.
Una possibile spiegazione data dal team è questa: “Se si rivelasse vera, la linea del CO che tende allo spostamento verso il rosso, potrebbe indicare che l’atmosfera si sta formando a coda, come nel caso delle comete, con una direzione opposta al Sole.”

L’idea quindi, è che l’atmosfera in espansione sta interagendo con il vento solare e sta venendo spinta indietro. Sarà interessante sapere come peserà questo fattore durante le future discussioni intorno alla natura di Plutone come pianeta. Se prima è stato declassificato per via della sua orbita adesso potrebbe essere detto che non solo non è un pianeta ma neanche un pianeta-nano. Plutone sarebbe infatti una gigantesca cometa.
Mappa a colori della superficie di Plutone in base alle più recenti osservazioni. Credit: NASA
Gli astronomi comunque continueranno a tenere gli occhi puntati su Plutone in attesa dell’incontro ravvicinato con la sonda New Horizons, che sarà la prima a riprendere da vicino Plutone, nel 2015.

http://link2universe.wordpress.com/2011/04/21/plutone-potrebbe-avere-una-coda-a-cometa/#more-4001
http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1104/1104.3014v1.pdf